Con la sinistra lacerata e senza orizzonte l’onda nera crescerà 

Si moltiplicano da tempo episodi di intolleranza, atti e manifestazioni di chiaro stampo fascista e neonazista. Da più parti si levano appelli a difesa della democrazia e inviti a manifestare contro l’intolleranza. Ma proprio la gravità del momento deve indurci a dire la verità e ad evitare ipocrisie. Appelli e manifestazioni non bastano se non si danno risposte politiche alle ragioni che alimentano chiusure e nazionalismi e aprono spazi enormi a posizioni xenofobe e di destra. Non siamo alla fine degli anni sessanta, quando la strategia della tensione utilizzava il terrorismo e i servizi deviati per fermare la crescita impetuosa delle conquiste del mondo del lavoro e l’ampliamento delle basi democratiche della nostra Repubblica. Oggi la situazione è profondamente diversa perché siamo in presenza di una crisi gravissima che è la conseguenza della perdita di potere e di tutele del mondo del lavoro e che è già crisi della sovranità democratica, in conseguenza di un processo di globalizzazione sregolata che ha spostato tutto il potere nelle mani delle multinazionali e della grande finanza. Le società occidentali sono scosse da una crescita abnorme delle diseguaglianze che ha provocato la quasi scomparsa del ceto medio. L’aver affrontato questa crisi con le sole armi della politica monetaria ha prodotto una ulteriore accentramento della ricchezza senza precedenti nella storia dell’umanità. Di qui il malessere dell’Occidente che, in mancanza di risposte chiare e forti delle forze di progresso, si lascia trasportare dalla facile demagogia di chi semina l’illusione che il ripristino dell’ordine e della sovranità popolare possano passare attraverso un ritorno ai vecchi nazionalismi. Che la situazione sia divenuta estremamente pericolosa lo hanno dimostrato da tempo i consensi crescenti che forze xenofobe e di estrema destra hanno ottenuto in diverse tornate elettorali, da ultima quella in Germania. Inoltre nella prima potenza economica e militare mondiale c’è da oltre un anno un presidente come Trump, eletto con l’appoggio palese di formazioni di dichiarata ispirazione nazista. Pensare di affrontare questa ondata populista e nazionalista con le manifestazioni e i generici richiami all’unità delle forze democratiche è illusorio. La verità è che la sinistra è in ritardo, non comprende la natura di questa crisi, continua a lacerarsi su questioni del tutto marginali e non riesce ad offrire un progetto di governo credibile in quanto capace di ripristinare un potere reale del mondo del lavoro. Un progetto che non può prescindere da un ripristino della sovranità democratica e del primato della politica sulle forze dell’economia, della finanza e del mercato e che necessita, perciò, di un respiro di dimensione almeno europea. Il discrimine tra conservazione e progresso passa oggi attraverso lo scontro tra nazionalismo ed europeismo e chi non lo comprende aiuta di fatto la deriva verso il peggiore autoritarismo. E’ un fatto che oggi la prospettiva di rilancio dell’integrazione politica dell’Europa è legata al successo di Macron in Francia, che certo di sinistra non è, e alla tenuta della Merkel in Germania, che pure ha sostenuto una politica di austerità palesemente anticiclica. E’ un fatto che gran parte della sinistra francese, parlo ovviamente di Melenchon, non ha saputo neppure distinguere tra il pericolo rapresentato dalla Le Pen ed un moderato che comunque per la prima volta ha messo l’Europa prima della Francia (cosa che neppure i socialisti francesi hanno mai fatto tant’è che si schierarono contro il progetto di Costituzione Europea). E’ un fatto che in Germania la SPD, che troppo frettolosamente ha detto no alla grande coalizione, deve ora scegliere tra un sostegno alla Merkel, basato su una forte scelta europeista, o nuove elezioni che segnerebbero una svolta a destra nella maggiore economia del continente, spegnendo ogni speranza sul processo di integrazione europea. In Italia ci si avvvia intanto verso elezioni politiche che non daranno una maggioranza chiara al Paese ma porteranno in parlamento una forte rappresentanza di forze populiste e nazionaliste, mentre il centrosinistra è diviso e invece di compiere una scelta europeista netta e chiara costruisce cartelli elettorali dettati da interessi occasionali. In questo quadro manifestare contro la destra serve a poco. Occorre invece partire dalla consapevolezza dei termini reali dello scontro tra lavoro e capitale nel mondo di oggi, che la sinistra dimostra di non avere, e da un progetto che non si limiti ad richiamare il valore dell’uguaglianza ma sappia delineare le condizioni per poterla concretamente affermare. La sinistra è irrilevante in Italia ed in Europa perchè non è in grado di trovare qui ed ora una strada capace di affermare gli interessi del suo mondo. Serve a poco gridare libertà ed uguaglianza se non si è in grado di farle vivere concretamente nello scontro sociale e politico. Non a caso sono proprio gli ultimi, che noi vogliamo rappresentare, ad inseguire le sirene della nuova destra. In questo quadro c’è poco da manifestare. L’onda nerà è destinata a crescere.

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