Siamo stati facili profeti quando abbiano più volte scritto su questo blog, da ultimo ieri, che le banche centrali non possono che confermare, negli appuntamenti previsti in questo settembre, la politica monetaria accomodante perseguita dal 2008. Draghi lo sta facendo nella conferenza stampa ancora in corso. I punti principali del discorso di Draghi sono questi: 1) la ripresa c’è ma è ancora dipendente dalle politiche monetarie; 2) L’inflazione è prevista in calo rispetto alle previsioni anche a causa dell’apprezzamento dell’Euro; 3) I tassi rimarranno ai livelli attuali in modo durevole, ben oltre la fine del programma di acquisti; 4) se sarà necessario la BCE è pronta a prolungare il programma di acquisti e sarà l’andamento dell’infazione ad orientarla; 5) la politica accomodante perseguita ormai da molto tempo può alla lunga diventare un problema anche se al momento non lo è; 6) non vediamo nei mercati rischi sistemici per una bolla. Le parole di Draghi, e quelle che pronuncerà molto probabilmente nei prossimi giorni la Yellen, possono meravigliare solo chi continua a ritenere che una crisi sistemica come quella scoppiata nel 2008 possa essere risolta solo con gli strumenti della politica monetaria, per quanto nuovi ed efficaci essi possono essere. Oggi Draghi ha detto in modo esplicito che ciò non solo non è possibile ma che alla lunga una politica monetaria molto accomodante può rappresentare un problema. Affermare che la ripresa è ancora dipendente dalla politia monetaria equivale a riconoscere che la crisi non è affatto alle nostre spalle. In sostanza la palla passa alla politica. Ma quale politica? Questo Draghi ovviamente non può dirlo. Ma una cosa però l’ha detta: serve una UE più forte. Più chiaro di cosi’ …
