Capua: fase preelettorale confusa e priva di contenuti

Confusione e nessun ancoraggio ai contenuti. Sono questi i fattori che hanno caratterizzato la fase che ha portato allo scioglimento anticipato del consiglio comunale. Gli stessi che ora caratterizzano la fase preelettorale, in attesa che arrivi la decisione del governo sulla data del voto per le prossime elezioni amministrative. L’amministrazione Branco  è caduta, infatti, senza che qualche gruppo politico di maggioranza abbia mai votato contro o dato battaglia su qualche provvedimento amministrativo, eccezion fatta per il PD che ha votato in giunta contro il PUC – ma non per fare cadere l’amministrazione quanto per tenere aperta la prospettiva di modifiche sostanziali che chiarissero il ruolo del centro storico nell’assetto urbanistico della città. Oggi c’è un gran fermento nel personale politico. Riunioni, contatti, colloqui, indiscrezioni sui candidati alla carica di Sindaco, spesso inventate di sana pianta. Però le cose che contano – e cioè la visione del futuro della città e un programma di governo in grado di tradurla in fatti – rimangono sconosciuti. Di certo c è una frammentazione mai vista. Si sa di molti che si stanno muovendo, più o meno sotto traccia, per proporre se stessi alla carica di primo cittadino. Al momento le dichiarazioni ufficiali riguardano le forze che si muovono dentro tre campi di possibili alleanze. Il primo è quello del PD la cui assemblea ha ufficialmente proposto un forte rinnovamento del partito e una nuova alleanza tra PD, Capua Bene Comune , 5 stelle e una lista che raccolga forze riconducibili all’area di centrosinistra e delle forze europeiste che sostengono il governo Draghi. Ci sono stati primi incontri bilaterali ma non ancora un incontro comune per avviare l’auspicato e decisivo confronto programmatico. Questo perché i 5 stelle dopo aver espresso, sia verbalmente sia con un comunicato provinciale, una disponibilità a costruire una coalizione progressista che si richiami a quella nazionale, hanno iniziato a “traccheggiare”, forse per le tensioni che si sono aperte nel movimento nazionale sui provvedimenti di contrasto alla pandemia (che hanno registrato una convergenza di posizioni con gli ex alleati leghisti) e sulle scelte per il prossimo presidente della Repubblica. Di fatto una messa in discussione del tentativo di Conte che può anche essere la conseguenza di contrasti sorti – sulla prospettiva politica – in quel che rimane del loro gruppo parlamentare. Una vera discussione collettiva sul programma per la città nel centrosinistra non è ancora iniziata. Il secondo campo è quello che si sta cercando di aggregare intorno alla candidatura dell’avvocato Brogna, da sempre organico al centrodestra ma ora intenzionato a dare vita ad una alleanza civica. A giudicare dalle prime adesioni si tratta di gruppi legati da sempre alle vecchie amministrazioni di centrodestra, più la sezione cittadina di Forza Italia ed ex esponenti di partiti o liste che hanno fatto parte delle ultime due coalizioni di centrosinistra. Non è dato sapere qual’è la base culturale e politica che li unisce. Un giudizio convergente sui difetti delle diverse esperienze passate di cui sono stati anch’essi a vario titolo protagonisti? Una analisi condivisa della situazione economica e sociale della città e di conseguenza un comune concreto e organico programma di governo per il prossimo quinquennio amministrativo? Su questi nodi fino ad ora non hanno prodotto neppure uno striminzito documento di sintesi politica. Se si sono limitati a sottolineare pubblicamente il solo carattere civico dell’alleanza allora vuol dire che siamo alla solita antipolitica fatta di sommatorie di stati d’animo personali dettati da rabbia, rancori, ricerca di spazio, in qualche caso voglia di fare qualcosa – senza però riuscire a dare a quel qualcosa una base culturale e programmatica che è indispensabile per renderla credibile obiettivo di governo, potenzialmente in grado di diventare terreno di confronto e di lavoro collettivo di una alleanza elettorale. Il terzo campo è quello della destra estrema. Fratelli d’Italia e Lega, sollecitati da diversi organi di stampa, si sono limitati a dire che non hanno ancora deciso, che stanno discutendo con Brogna – in nome della comune appartenenza al centrodestra – ma che tutte le strade sono ancora aperte. Non so di questo cosa pensano gli interlocutori di Brogna che si richiamano alla sinistra ma tant’è. Ci sono poi molti silenzi di chi, come al solito, aspetta di capire chi ha più possibilità di vincere prima di scegliere da che parte stare. Purtroppo la partita vede come protagonisti ancora una volta sempre gli stessi attori degli ultimi venti anni di vita amministrativa. La città è indifferente – in parte rassegnata, in parte impegnata nei soliti sterili generici mugugni. Se la situazione rimane questa c è poco da sperare. Serve una svolta. Bisogna che tra i protagonisti del confronto amministrativo (dire politico al momento è un po’ troppo) si cominci a discutere dei contenuti e non in maniera generica. Non è questo il tempo delle banalità, delle liste della spesa, dei libri dei sogni. C è bisogno di capacità di leggere la realtà, di competenze sul terreno delle politiche di bilancio, della gestione del personale e della organizzazione dei servizi, di politiche di sviluppo legate alla realtà economica, all’assetto urbano del contesto provinciale e regionale di cui Capua è parte. Potrebbe essere di aiuto una iniziativa delle forze che si propongono alla guida della città sui problemi lasciati aperti dall’amministrazione uscente. Cominciando magari dalla questione più urgente che è quella del ponte nuovo su cui è tutto fermo alla approvazione da parte della regione del secondo lotto del progetto, come ridefinito dopo le approfondite indagini condotte sulla struttura. Da allora – cioè dalla fine di ottobre – non ci risulta che siano stati compiuti passi in avanti né al Genio Civile, che deve esprimere il parere tecnico sul progetto, né sul piano della progettazione e della richiesta del finanziamento del terzo lotto, entrambi necessari per poter chiedere al magistrato il dissequestro provvisorio e consentire l’avvio dei lavori, utilizzando i due finanziamenti già recuperati dalla precedente amministrazione. Il fatto che il Comune sia diretto da un commissario prefettizio non libera i partiti dal dovere di dare una mano e di svolgere un ruolo di stimolo nei confronti di chi ha la responsabilità di governare la cosa pubblica. Riempire questa fase di confronti e iniziative sui contenuti forse può suscitare un interesse nuovo nei confronti della vita amministrativa anche nella città. La politica attraversa certamente una crisi grave che non induce ad entusiasmi di partecipazione. Ma i cittadini deve sapere che senza uno scatto della società – senza la disponibilità di competenze ed energie nuove ad impegnarsi per rinnovare e magari anche cambiare i partiti – Capua è destinata ad arretrare ancora, prigioniera com’è di troppi personalismi e particolarismi che con la politica hanno poco a che vedere. È questo è il momento di abbandonare l’indifferenza perché continuare solo a lamentarsi dello stato dell’arte non servirà a risolvere i problemi.

Lascia un commento