Di Gianmaria Modugno



Negli ultimi anni Capua sta vivendo una stagione di rinnovata vitalità culturale. Il Teatro Ricciardi e il Capua Film Fest ne sono i principali protagonisti: realtà che hanno saputo attrarre pubblico, artisti e attenzione nazionale. Basti pensare che l’ultima edizione del Capua Film Fest ha superato le 20.000 presenze, confermandosi uno degli appuntamenti più seguiti della Campania. Al tempo stesso, durante l’inverno, la programmazione del Ricciardi registra decine di migliaia di biglietti venduti, con un pubblico che continua a scegliere il cinema e il teatro come luoghi di incontro e condivisione. La stagione teatrale, ormai di respiro nazionale, porta a Capua spettacoli e compagnie che solitamente trovano spazio nei grandi circuiti, arricchendo l’offerta culturale cittadina. Un altro elemento distintivo è la presenza di ospiti di alto calibro: attori, registi, autori e personalità legate al mondo del cinema e del teatro, che animano tanto la stagione invernale quanto le giornate estive del Festival. La loro partecipazione contribuisce a rendere Capua un punto di riferimento nel panorama culturale, generando non solo entusiasmo tra gli spettatori, ma anche ricadute positive in termini di immagine e indotto per la città. Non meno importante è stato il successo delle quattro visite guidate gratuite, fortemente volute dal Teatro Ricciardi e organizzate in collaborazione con la Pro Loco, che hanno accompagnato lo svolgersi del Capua Film Fest. In ciascuna giornata si sono formati folti gruppi di turisti, segno tangibile che attrarre visitatori non è affatto difficile quando l’offerta culturale è ben strutturata e comunicata. Un dato significativo, che dimostra come il turismo culturale possa diventare una risorsa concreta per la città. È doveroso sottolineare come gran parte di questi risultati sia frutto di organizzazione privata, di chi ha creduto e continua a credere che Capua possa e debba essere protagonista sulla scena culturale. Questo, tuttavia, non deve far dimenticare un punto fondamentale: la cultura non può reggersi soltanto sul sacrificio e l’impegno di pochi. Il futuro di Capua passa dalla capacità di creare una sinergia vera tra pubblico e privato. Se da un lato i privati hanno dimostrato che con passione e competenza si possono raggiungere traguardi ambiziosi, dall’altro è auspicabile un sostegno più strutturato da parte dell’amministrazione, capace di consolidare quanto costruito e di dare stabilità a un progetto che non è soltanto artistico, ma sociale e comunitario. Capua ha tutte le carte in regola per eccellere come città della cultura. Perché questo accada, serve una visione condivisa: un impegno comune che unisca istituzioni, cittadini e operatori culturali, trasformando il successo attuale in un modello di sviluppo durevole e identitario.










