La Pasqua e il grande vuoto politico da colmare

Pasqua: “passare oltre” nella tradizione ebraica, che commemora l’esodo degli israeliti guidati da Mosè dall’Egitto, la liberazione dalla schiavitù, secondo il racconto della Bibbia; “Resurrezione” per il cristianesimo, che celebra la passione, la morte e la resurrezione di Gesù Cristo avvenuta durante la festa giudaica. Oggi il mondo ha bisogno come non mai di “passare oltre” e di “resurrezione”.  Ha bisogno di “passare oltre” la troppo lunga fase neoliberista che ha riproposto la ricerca del profitto come unico motore economico e sociale, portando il mondo sull’orlo di una nuova guerra mondiale, come ormai dovrebbe esser chiaro a tutti. Ciò che lascia basiti è constatare come nel cuore dell’Europa – e cioè dell’unico continente che ha  vissuto in pace dalla fine del secondo conflitto mondiale fino all’invasione russa dell’Ucraina – si parli apertamente della necessità di prepararsi alla guerra, senza che nell’opinione pubblica si manifestino reazioni conseguenti alla gravità della  minaccia. Ci si rende conto  che siamo da tempo nell’era  atomica e che fin qui proprio la consapevolezza dell’impossibilità di una guerra tra potenze nucleari ha evitato una terza guerra mondiale?  Quella cultura della pace maturata nel clima della guerra fredda del mondo novecentesco, diviso in blocchi politici e militari contrapposti, sembra del tutto cancellata, mentre appare chiaro che, al punto cui siamo giunti, ci può salvare solo una “Resurrezione” della politica, oggi però grande assente perché una globalizzazione senza regole, l’inadeguatezza degli stati nazionali e del vecchio ordine mondiale, l’hanno separata dal potere, privandola della possibilità di agire e di conseguenza della capacità di selezionare una classe dirigente adeguata a fronteggiare una crisi gravissima, che non è affatto come le altre crisi del passato ma tanto grave e sistemica da mettere in discussione il destino stesso dell’umanità. Si è in gioco il destino del cammino umano messo a rischio in verità non solo dai venti di guerra, ma anche da un cambiamento climatico in atto che accentua tutte le grandi contraddizioni del nostro tempo, a partire dalle diseguaglianze territoriali e sociali tornate a livelli insostenibili. Purtroppo oggi dobbiamo chiederci se la crisi della politica stia giungendo o sia già giunta ad un punto di non ritorno. Il vuoto politico è troppo grande perché è grande la mancanza di cultura politica, di blocchi sociali e di organizzazioni di massa, in grado di pesare nello scenario globale. Forte è la sensazione di impotenza ma guai a perdere l’ottimismo della volontà, la voglia di combattere. Bisogna allora chiedersi come si può da qui, dall’Italia, provare a contribuire a ridefinire la spazio e le ragioni di una forza ispirata ai valori della sinistra e dell’internazionalismo, che appare sempre di più come la dimensione imprescindibile dentro cui collocare una strategia politica incisiva. Siamo alla vigilia di un appuntamento decisivo come il voto per il parlamento europeo che ci pone davanti ad un bivio: continuiamo sulla strada tracciata dal Recovery Plan, di una effettiva integrazione fiscale e politica, o torniamo indietro con la vittoria definitiva dei nazionalismi che condannerebbe gli stati europei all’impotenza in un mondo nel quale contano solo le potenze continentali?    Il centrosinistra arriva all’appuntamento – che precede di pochi mesi quello altrettanto decisivo per le sorti della democrazia occidentale delle presidenziali negli Stati Uniti d’America – senza un progetto politico all’altezza della fase. Tutto pare ridursi al solito balletto delle candidature. Serve ben altro. Non un semplice programma ma soprattutto un nuovo Pensiero adeguato alla fase. Un Pensiero politico credibile di fronte alle grandi sfide della modernità, ai problemi irrisolti del Paese che minacciano il suo sistema democratico, il suo livello di vita. Senza un Pensiero di questo spessore non si ricostruiscono alleanze politiche e sociali solide ma continueranno a contare le spinte individuali delle troppe aspiranti prime donne e di personaggi in cerca di autore. In attesa della resurrezione della politica proviamo a resuscitare le coscienze, il senso di comunità o semplicemente il buon senso.

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