Signor presidente signori consiglieri
Il programma amministrativo d’inizio mandato, su cui stasera incardiniamo il dibattito in consiglio comunale, non è la mera ripetizione del programma elettorale a suo tempo presentato – unitamente alla candidatura alla carica di sindaco e alla dichiarazione di presentazione delle liste di candidati della coalizione – così come previsto dalla normativa sulle elezioni amministrative. Il programma elettorale, infatti, non ha natura di atto amministrativo. E’ essenzialmente un documento politico programmatico ed è, nel nostro caso, già largamente conosciuto perché sottoposto al confronto con i cittadini e con le altre forze politiche nel corso della campagna elettorale. In quel documento, frutto di un lavoro collegiale di tutte le forze politiche della coalizione “Capua progressista”, abbiamo già illustrato con chiarezza qual è la nostra visione della città, quali le scelte politiche, le priorità e gli obiettivi che intendiamo perseguire in questo quinquennio amministrativo. E’ il caso, inoltre, di ricordare che nella fase del ballottaggio è stato da noi sottoscritto con la coalizione “Capua Oltre” un accordo limitato ad alcuni punti programmatici, anch’esso ampiamente conosciuto e dibattuto. Quella visione, quelle scelte e quell’accordo hanno già ispirato tutti gli atti amministrativi che la giunta e la maggioranza del consiglio comunale hanno fin qui approvato.
E’ necessario precisarlo perché sia chiaro fino in fondo l’ordine del giorno di questa seduta di consiglio comunale, dal momento che, con mia grande sorpresa e in più occasioni, alcuni consiglieri della minoranza ci hanno rimproverato di non aver ancora delineato la nostra visione di futuro della città, facendo finta di non conoscere gli adempimenti previsti dalla norma elettorale che anche loro hanno dovuto rispettare.
Pertanto è bene chiarire fin da subito, onde evitare una discussione d’aula confusa e fuorviante, che in realtà stasera noi illustriamo un programma amministrativo in senso stretto e cioè l’insieme degli atti e delle azioni di governo che intendiamo produrre per realizzare concretamente – nell’arco temporale della durata della consiliatura – gli obiettivi e la visione di città già delineati nel documento politico programmatico della fase elettorale. Insomma illustriamo un piano operativo di governo che per essere davvero efficace deve fare i conti necessariamente con le risorse finanziarie disponibili, con i finanziamenti provinciali, regionali, nazionali, europei, che possono essere realisticamente intercettati nel corso dei prossimi anni, con le risorse umane e gli accordi di collaborazione istituzionale attivabili per progettare, appaltare, eseguire, rendicontare opere, organizzare servizi e funzioni, suscitare e orientare investimenti privati nel processo di valorizzazione del patrimonio demaniale e comunale. Insomma è lo strumento di programmazione attuativo delle scelte strategiche e delle progettualità su cui si fonda il patto politico di maggioranza ed il patto programmatico sottoscritto con una parte della minoranza.
Uno strumento, dunque, articolato, che ha richiesto una valutazione attenta della situazione finanziaria dell’Ente, della macchina e dei servizi comunali, una ricognizione della programmazione di area vasta definita dagli ambiti e dai consorzi intercomunali per la gestione di diversi settori (dal ciclo dei rifiuti, al ciclo delle acque, alle politiche socio sanitarie), e della programmazione delle altre istituzioni provinciali, regionali, nazionali e comunitarie. Insomma non un progetto politico ma un piano di governo in grado di tradurre quel progetto politico in realtà, in fatti concreti. E’ il cronoprogramma che intendiamo seguire per colmare il divario tra il dire e il fare.
Non è, dunque, un caso se il regolamento concede all’Amministrazione comunale sei mesi di tempo per presentare al Consiglio il programma amministrativo. E’ il tempo ritenuto mediamente necessario per avere piena contezza del reale stato dell’Ente, dei limiti da superare, delle concrete opportunità da poter cogliere. Un tempo che in realtà è molto legato alla concreta situazione organizzativa dell’Ente e che nel caso nostro, tenuto conto della confusione che regna sovrana nell’apparato comunale, è forse perfino insufficiente.
Vorrei partire dallo stato delle finanze e della macchina operativa. La ragione è molto semplice: se ti metti in cammino verso un nuovo traguardo devi innanzitutto conoscere bene la macchina di cui disponi, devi sapere qual è il livello di consumo e di efficienza del suo motore, lo stato di conservazione della carrozzeria, degli interni, lo stato di usura delle ruote, devi avere consapevolezza delle risorse di cui puoi disporre nel tempo per affrontare gli imprevisti, devi programmare quando e dove fare rifornimento, quante e quali tappe sono necessarie, devi sapere dove si trovano i servizi indispensabili per tenere in forma gli autisti e in efficienza la vettura nel corso del viaggio. Allo stesso modo se vuoi porti degli obiettivi realistici da raggiungere nel governo di una città non puoi non considerare prioritariamente le condizioni di partenza. Ovviamente avevamo già prima delle elezioni amministrative un’idea di massima sullo stato dell’arte.
Nel corso della campagna elettorale ho cercato di illustrare, nel modo più chiaro e schietto possibile, quelle che erano le mie convinzioni sullo stato estremamente critico del nostro comune, sia per la gravissima condizione del bilancio, zavorrato dal peso del dissesto dichiarato nel 2013, e per la drastica riduzione del numero dei dipendenti; sia per il livello d’inefficienza della gran parte dei servizi comunali, di arretratezza delle infrastrutture: dalla viabilità, alla scuola, alle strutture sportive, al patrimonio comunale e demaniale, allo stato complessivo del centro storico, alla rete fognaria, alle opere idrauliche di regimentazione delle acque e di difesa idrogeologica del suolo – soprattutto nella frazione di Sant’Angelo in Formis – alle sponde del fiume Volturno, soprattutto nelle campagne, allo stato di degrado dei cimiteri, fino al mancato ammodernamento della strumentazione a disposizione degli uffici, oggi troppo arretrata rispetto ai processi di digitalizzazione che hanno investito l’economia, la società e la pubblica amministrazione.
Queste mie valutazioni furono giudicate da più parti pessimiste, eccessive e furono perfino utilizzate in modo strumentale dai miei avversari nel corso della campagna elettorale. In realtà l’esperienza di questi primi mesi ha evidenziato una situazione di gran lunga più grave di quanto mi aspettassi sia sotto il profilo finanziario, sia per lo stato dell’apparato.
In questa mia relazione partirò, pertanto, da una valutazione della situazione generale della macchina comunale per poi illustrare le modalità, le azioni di governo, le scelte strategiche fondamentali attraverso le quali noi intendiamo realisticamente realizzare il nostro programma.
Seguiranno subito dopo le relazioni dei singoli assessori che illustreranno in modo dettagliato il piano operativo nelle materie di rispettiva competenza.
Personale
Parto dal personale perché la convinzione che ho maturato in questi primi mesi di attività è che Il maggiore ostacolo a un’azione di risanamento finanziario, di rilancio della programmazione e dell’azione amministrativa è certamente costituito dalla situazione d’inefficienza e d’inadeguatezza che caratterizza l’apparato comunale. Voglio qui riportare integralmente il quadro tracciato su questo aspetto dal segretario generale, dottoressa Rita Riccio, nella relazione sulla performance del personale negli anni dal 2015 al 2021, nella quale si evidenzia come la “disattenta e disorganizzata attenzione” registrata negli anni nei confronti degli adempimenti connessi al controllo di gestione, abbia prodotto “un’importante lentezza operativa con gravi conseguenze sui procedimenti e sui connessi effetti economici – finanziari”. “Stanno emergendo infatti” scrive testualmente la segretaria, “diverse e svariate criticità in tutti i settori in cui si articola la struttura dell’Ente. In ognuno di essi con un diverso grado di problematicità si riscontrano procedure incomplete e inevase. L’accumulo di tali ritardi non solo ha accresciuto e sta accrescendo il carico di lavoro degli attuali capi-settore ma pregiudica seriamente l’ordinaria e corrente attività gestionale, compromessa tra l’altro dalla carenza di personale per effetto dei numerosi pensionamenti cui l’Amministrazione negli anni a seguire non ha proceduto a supplire… La presenza di pignoramenti presso la tesoreria comunale per debiti riconosciuti anche giudizialmente, non evasi nei tempi e nei modi dovuti, molti dei quali sarebbero dovuti rientrare nella procedura di dissesto; oneri contrattuali disattesi come quelli relativi alle forniture energetiche, originando in tal modo debiti con conseguenti aggravi di spesa, che reclamano una definizione immediata; forniture di beni e servizi non contrattualizzate; nomine di commissari ad acta a seguito di giudizi di ottemperanza non eseguiti; evidenziano una gestione amministrativa non coerente con i principi cardini di efficienza e buona amministrazione stabiliti dalla Costituzione”. Da queste testuali parole si comprende bene che il problema non sta solo nella drammatica carenza del personale – passato dalle 200 unità della metà anni ’90 ai circa 60 in forza a inizio del nostro mandato – ma anche nello stato di disorganizzazione, di assenza di metodo, di carenza di regolamentazione, di mancanza di sinergia tra i settori e soprattutto di controlli sui risultati, che sono le cause di un’inconcludenza conclamata.
A tale proposito voglio fare un esempio che a me è apparso emblematico: quello della Cittadella dello Sport di via Martiri di Nassiriya, dove il comune in quasi trent’anni ha investito milioni di euro. Ebbene non solo gli impianti sono rimasti incompleti e inutilizzabili ma non è stata ancora finita la procedura di acquisizione del diritto di superfice, nonostante la disponibilità in bilancio delle somme da trasferire all’Agenzia del Demanio. Una situazione assurda che, tra l’altro, l’Amministrazione ha scoperto per caso, quando ha richiesto la preparazione di una delibera che facesse il punto sullo stato dell’arte in vista di una convenzione da stipulare con il Rettorato dell’Università Vanvitelli.
Da quello che ho potuto constatare in questi mesi è difficile rintracciare un solo procedimento del passato che sia stato portato a conclusione o che non presenti diverse problematicità. Per non parlare delle opere iniziate e non ultimate (è il caso non solo della cittadella dello sport, ma anche del contratto del quartiere Carlo Santagata, del recupero dell’ex Facem, delle altre strutture sportive) o di pratiche prive del collaudo amministrativo (come nel caso degli impianti fotovoltaico collocati sui tetti di numerosi edifici scolastici). Insomma una situazione d’inefficienza davvero impressionante.
In questo quadro è prioritaria una riorganizzazione e un potenziamento dell’apparato che, data la precaria condizione finanziaria del Comune, tutt’ora in condizione di ente strutturalmente deficitario, non possono essere affrontati e risolti nello spazio di un mattino ma richiedono scelte oculate e un’attenzione continua nel medio termine.
L’Amministrazione ha perciò deliberato, già nel corso del mese di agosto, una prima riorganizzazione dei settori e dei servizi volta a utilizzare al meglio le pur insufficienti risorse umane attualmente disponibili. Con questa nuova pianta organica abbiamo riportato il numero dei Settori a sei, ripristinando i due i Settori tecnici, che il Commissario prefettizio aveva accorpato nel corso del 2021. Abbiamo avviato, in sostanza, una razionalizzazione della struttura amministrativa, mediante una diversa distribuzione dei Servizi tra i sei Settori sulla base di un criterio di omogeneità delle materie.
Abbiamo così istituito un settore “Servizi alla Persona” che comprende, oltre all’insieme dei servizi demografici, anche i Servizi della Cultura, Turismo, Sport, Politiche giovanili, Pubblica Istruzione e Servizi Sociali. Abbiamo trasferito la competenza del Servizio Patrimonio e del Servizio Contenzioso al Settore Finanziario, la Protezione Civile al Comando della Polizia Municipale e riorganizzato i Servizi Tecnici ripartendoli tra due nuovi settori: il Settore dei Servizi Pubblici che accorpa i servizi Lavori Pubblici, Manutenzione, Servizi a Rete, Impianti Sportivi, Transizione Digitale e il Settore Programmazione e Pianificazione Ambiente e Territorio che comprende i servizi di Pianificazione Territoriale, Edilizia Privata, Transizione Ecologica, Cimiteriali, Randagismo, SUAP – SUE, Trasporti e Mobilità. Il Settore Amministrativo, invece, è stato snellito, liberato dal coordinamento di servizi non omogenei alla sua funzione principale, che è quella di garantire la collaborazione con gli organi istituzionali, per consentire al responsabile di concentrarsi sugli Affari Istituzionali, la Gestione Giuridica del Personale, l‘Ufficio Relazione con il Pubblico, ufficio Protocollo e Messi, la Vigilanza sulle sedi Comunali, le Società Partecipate e il delicato ed impegnativo lavoro di supporto al Sindaco, alla Giunta, al Consiglio e al Segretario Generale.
Poiché la condizione di comune strutturalmente deficitario ci imporrà, a partire da gennaio del 2023, di dover richiedere, prima di procedere a nuove assunzioni, la preventiva autorizzazione agli organi di controllo, abbiamo subito indetto i concorsi per procedere entro il 31 dicembre di quest’anno alle assunzioni consentite dai vincoli di bilancio dell’esercizio finanziario 2022: una categoria D all’ufficio pianificazione del territorio, una categoria D per progressione interna da attribuire alla Polizia Municipale, due categorie C – di cui una destinata al settore finanziario e l’altra al settore tecnico – due categorie C riservate alle categorie protette. Tutti i concorsi sono già stati portati a termine, tranne quello riservato alle categorie protette, le cui prove orali conclusive sono state programmate per il 19 dicembre. Abbiamo inoltre indetto tre concorsi per assunzione d’ingegneri a tempo determinato, pagati con fondi del PNRR, di cui due già conclusi, da assegnare all’ufficio tecnico, in modo da poter tenere testa alle scadenze dei diversi bandi PNRR. Abbiamo anche assunto, attingendo da graduatorie esistenti presso altri comuni, quattro vigili urbani a tempo determinato per rafforzare la polizia locale che, com’è noto, non è in condizione, ormai da anni, di garantire più di due turni giornalieri, insufficienti per far fronte in modo efficace al controllo della viabilità e del territorio. Abbiamo riaperto la delegazione amministrativa di Sant’Angelo in Formis cui intendiamo assegnare a partire dal 2023 ulteriori risorse. Abbiamo intenzione inoltre di ricorrere agli strumenti del distacco e del comando per rafforzare i settori in maggiore difficoltà.
Nel corso del 2023 andranno in pensione altri dieci dipendenti. Attese le limitazioni previste per gli enti strutturalmente deficitari stiamo lavorando per creare le condizioni che ci permettano di presentare il piano assunzioni già a gennaio, in modo tale da poter ottenere in tempo utile l’autorizzazione a coprire i posti che si libereranno per effetto dei pensionamenti nel corso del prossimo anno. Abbiamo già approvato in Giunta gli atti propedeutici e lo schema di bilancio e ora puntiamo all’approvazione del bilancio di previsione dell’esercizio finanziario del 2023 in consiglio comunale il 28 dicembre del 2022. In questo modo eviteremo anche il ricorso all’esercizio provvisorio.
Stiamo inoltre lavorando per garantire agli uffici dei supporti esterni adeguati che oltre a sostenere l’attuale attività degli uffici possano svolgere anche un ruolo formativo e di crescita dell’attuale apparato.
Abbiamo già stipulato una convenzione con l’Agenzia del Demanio che si occuperà delle progettazioni concernenti i fabbricati di nostra proprietà, a partire dalla progettazione già avviata della ristrutturazione, riqualificazione ed efficientamento energetico del Palazzo Comunale.
E’ in preparazione un protocollo d’intesa sempre con l’Agenzia del Demanio per un supporto metodologico all’ufficio Patrimonio.
Prevediamo un supporto esterno anche nel campo della protezione civile attraverso una convenzione in corso di definizione con il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco cui pensiamo di assegnare l’aggiornamento del piano di protezione civile.
Stiamo discutendo con il dipartimento d’ingegneria dell’Università Vanvitelli per stipulare una convenzione volta a garantire una consulenza scientifica di alto profilo alle progettazioni di opere pubbliche dei due Settori tecnici.
Un grande contributo al recupero di efficacia ed efficienza dell’apparato può arrivare dalla spinta che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sta imprimendo al processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione. Monitoriamo con estrema attenzione la piattaforma “PA Digitale 2026” attivata dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale (DTD) che offre la possibilità alle amministrazioni locali di accedere ai finanziamenti previsti dalle misure per la digitalizzazione dell’Ente. Abbiamo già presentato come Comune candidature a diverse misure per un totale di 420 mila euro. A oggi tutte le nostre candidature sono state accolte. Alcune di queste misure hanno già ottenuto il relativo decreto di finanziamento, altre sono ancora in attesa del decreto. In particolare fino ad ora abbiamo chiesto finanziamenti sulle seguenti misure: abilitazione al “Cloud per le PA locali per un importo di 122.000,00 euro; “Piattaforma Digitale Nazionale Dati” per un importo di 22.000,00 euro; “Esperienza del cittadino nei servizi pubblici” per un importo di 155.000,00 euro; “ adozione piattaforma pagoPA” per un importo di 58.000,00 euro; “Adozione app IO” per 15.000,00 euro; “Estensione dell’utilizzo delle piattaforme nazionali d’identità digitale – SPID – CIE” per 14.000,00 euro; “Piattaforma Notifiche Digitali” con una richiesta di 32.500,00 euro.
Il passo successivo sarà la richiesta della dirigenza per il nostro Comune, che noi vogliamo provare a istituire in tre aree fondamentali: l’area amministrativa, l’area tecnica e l’area finanziaria. L’istituzione della Dirigenza è condizione necessaria per impegnare alte professionalità in grado di far compiere un salto di qualità al nostro apparato amministrativo. Valuteremo in base alle compatibilità finanziarie e alle esigenze complessive del piano assunzione i tempi per realizzare questo obiettivo, comunque entro i cinque anni.
Finanza
Più grave di quanto ci aspettassimo è anche la situazione finanziaria del Comune. Non solo per il peso del dissesto sulla spesa corrente dei prossimi vent’anni (circa un milione di Euro l’anno), che ci era già noto. Bisogna tener conto, infatti, che la condizione di ente strutturalmente deficitario, maturata con l’approvazione del consuntivo dell’esercizio finanziario del 2021, è legata allo sforamento dell’indice concernente i pignoramenti, in gran parte prodotti da debiti contratti prima del dissesto finanziario. Ciò vuol dire che vi sono state carenze nella gestione del dissesto ma anche che il contenzioso è fuori controllo. Su questo punto abbiamo chiesto all’ufficio una ricognizione puntuale, che è in atto, delle cause e delle questioni aperte, e l’adozione di un approccio nuovo volto a privilegiare le transazioni rispetto a un ricorso eccessivo alle vertenze legali, che il più delle volte si traducono in un aumento consistente della spesa, a causa dei costi degli avvocati e del peso degli interessi legali.
Stiamo riflettendo anche per promuovere una revisione dei criteri utilizzati per l’affidamento degli incarichi legali, atteso che l’attuale criterio legato alla rotazione nell’ambito di un elenco di professionisti, formulato sulla base di una manifestazione d’interesse, non sempre garantisce i migliori risultati. Anche in questo caso valutiamo l’opportunità di fornire un supporto esterno all’ufficio. Prestare la giusta attenzione al contenzioso è condizione essenziale per rientrare dallo stato di ente strutturalmente deficitario.
Recuperare capacità di riscossione e puntare a una migliore gestione dell’ancora ingente patrimonio disponibile del comune è, invece, indispensabile per superare la rigidità dell’attuale spesa corrente. Sul patrimonio si tratta di passare da una visione statica della sua conservazione a una visione dinamica che lo renda strumento importante della gestione finanziaria. Gli obiettivi che intendiamo perseguire sono essenzialmente due: alienare la parte non strategica (indicata nel piano triennale di alienazione dei beni già approvato in giunta come atto propedeutico all’approvazione del bilancio di previsione del 2023) – in modo da poter ridurre la rata annuale destinata al pagamento dei debiti pregressi – e individuare le risorse suscettibili di valorizzazione. Anche in questo caso l’ostacolo, come scrive la segretaria nella già richiamata relazione sulle performance, è rappresentato dall’abbandono perpetrato dagli uffici preposti delle procedure concernenti le locazioni, concessioni, fitti, comodati etc… “che hanno dato luogo a numerose occupazioni “sine titulo” a riprova di “una negligenza operativa e una inadeguatezza organizzativa perpetrata negli anni e non più sostenibile”.
Valorizzare il patrimonio ovviamente è possibile se lo si conosce e si ricostruiscono tutte le informazioni necessarie sulla sua condizione. A tal fine stiamo lavorando a un protocollo d’intesa con l’Agenzia del Demanio, che sta già garantendo un supporto metodologico al nostro ufficio. In ogni caso sarà poi l’assessore Pasquale Frattasi a relazionare più dettagliatamente sulla situazione finanziaria.
Le due scelte strategiche
Veniamo ora alle scelte strategiche che noi abbiamo posto al centro del programma e dell’azione di governo nei prossimi cinque anni. Queste sono essenzialmente due: la valorizzazione in termini turistici e culturali del nostro patrimonio storico, architettonico e naturale e lo sviluppo di attività produttive legate alle funzioni metropolitane di eccellenza che la nostra città ha acquisito nel corso del decennio a cavallo del 1990.
Anche su questo punto voglio essere chiaro fino in fondo. Noi non consideriamo cultura e attività produttive più importanti della qualità dei servizi che il comune deve garantire ai cittadini: dai servizi scolastici, ai trasporti, alla viabilità, ai servizi sociali, alla pulizia delle strade, al verde ecc… L’individuazione di queste due priorità ha ragioni diverse e attiene alla consapevolezza che la crescita economica, la crescita dell’occupazione e quindi della ricchezza, lo sviluppo di Capua e l’elevazione del benessere generale hanno un effetto diretto sulla qualità della vita, sulla qualità dei servizi che la cosa pubblica deve erogare ai cittadini. E questo per ragioni evidenti: solo una città che cresce, che si sviluppa, che riesce a combattere la disoccupazione e lo spopolamento – conseguente all’emigrazione dei giovani, in prevalenza dei giovani più attrezzati culturalmente e professionalmente – può recuperare risorse per migliorarsi sotto tutti i punti di vista. La diffusione del benessere è la condizione essenziale per promuovere una maggiore efficienza dei servizi, della qualità delle infrastrutture. Non dobbiamo dimenticare che oggi l’80% circa delle entrate correnti derivano da tassazioni locali. Un Comune che non riesce a svolgere un ruolo e una funzione nel contesto provinciale e regionale, che non riesce a crescere e non promuove lo sviluppo economico e sociale del territorio, non avrà mai le risorse sufficienti per garantire efficienza e qualità delle molteplici funzioni e servizi che è chiamato a garantire.
La valorizzazione del patrimonio storico e naturale .
E veniamo alle due scelte strategiche. Comincio dal recupero del Centro Storico e del Borgo Medievale di Sant’Angelo in Formis, certamente l’obiettivo più arduo da raggiungere perché sono profonde e di carattere storico le ragioni del loro stato di abbandono e di decadenza.
Le nostre fortificazioni, i nostri complessi conventuali, le Chiese, i palazzi nobiliari sono il prodotto di un ruolo centrale che la città ha svolto per lunghi archi di tempo nella storia al servizio di un territorio vastissimo. Un ruolo scritto nel suo atto di nascita, negli elementi naturali che ne hanno motivato la localizzazione e la funzione.
Capua medievale nasce dopo la distruzione dell’antica metropoli campana del mondo antico, altera di Roma. Nasce nel pieno delle invasioni barbariche in un’ansa del Volturno che ne garantiva naturalmente sicurezza e difesa. Nasce, dunque, per offrire una residenza sicura ai due pilastri della società e dell’economa medievale: il clero e la nobiltà che avevano il controllo pieno del latifondo in tutta la pianura Campana. A Capua si trasferirono tutti i conventi della pianura (i Benedettini di Montecassino e di San Vincenzo al Volturno, i Gesuiti, le suore del Convento di Santa Maria in Cingla di Ailano) e tutti i grandi proprietari terrieri. La città diventò sede di Arcidiocesi, di principato Longobardo ed ha esercitato anche una funzione di centro ordinatore di area vasta fino al periodo Aragonese. Poi il Vice regno spagnolo accentra le funzioni urbane nella città di Napoli, mette in crisi il sistema delle città medie del Mezzogiorno. La città di Capua mantiene, però, per altri tre secoli il suo ruolo di città fortezza antemurale della città Stato.
Il nostro è, dunque, un patrimonio architettonico e cultuale che si è accumulato nei secoli grazie alla capacità di drenare risorse da un territorio vastissimo. Per questa ragione quasi ovvia, che però molti trascurano, oggi non può essere manutenuto in modo adeguato da meno di 18000 abitanti. Lo stato di decadenza e di abbandono del centro storico (ma attenzione non di tutta la città) ha questa ragione di fondo.
I vecchi complessi conventuali, divenuti caserme dopo il decennio napoleonico, sono in gran parte abbandonati.
Il 50% dello spazio occupato dal centro storico è rappresentato dalla cinta bastionata, dai fossati e dagli altri elementi che costituiscono tutto il sistema delle fortificazioni oggetto in passato di investimenti continui motivati dal ruolo militare strategico che la città esercitava come antemurale della capitale di un Regno, ma oggi prive di qualsiasi funzione. Ecco perché da questo stato di abbandono possiamo uscire solo restituendo ad un patrimonio in gran parte inutilizzato un ruolo nuovo, una concreta prospettiva di riuso in funzione di un territorio molto più grande di quello segnato dai confini cittadini. Cosa significa concretamente? E quali azioni di governo possiamo mettere in piedi per cambiare il destino del nostro patrimonio architettonico?
Noi abbiamo scelto una via precisa: affrontare con determinazione la “questione demaniale” in sinergia con tutti i soggetti coinvolti. Non partiamo da zero. L’Agenzia del Demanio e il Comune di Capua hanno già sottoscritto nel 2018, all’epoca della giunta Centore, un protocollo d’intesa “per l’avvio di un rapporto di collaborazione finalizzato alla valorizzazione a rete d’immobili pubblici situati lungo itinerari storico – religiosi e ciclopedonali per favorire il turismo lento, la scoperta di territori e destinazioni minori attraverso la mobilità dolce del territorio del comune di Capua”. Gli obiettivi di questo progetto sono orientati al potenziamento dell’offerta turistico culturale attraverso il recupero e il riuso di edifici pubblici da affidare a imprese, cooperative, associazioni, selezionate mediante procedura a evidenza pubblica, per l’avvio di attività e servizi al supporto dei turisti e della domanda di attrezzature collettive all’interno del sistema urbano casertano e del più ampio contesto dell’area metropolitana regionale. Attrezzature e servizi come ospitalità alberghiera ed extralberghiera, ristoro, aree attrezzate per vendita di prodotti tipici ed artigianato, presidi medici, aree benessere e sportive, luoghi per la formazione. Il riuso dei beni pubblici va promosso attraverso concessioni di valorizzazione da affidare a privati, cooperative e associazioni in grado di sostenere i costi d’investimento necessari per il recupero e il riuso degli immobili.
E’ una strada già tracciata che sta dando i primi risultati con la messa al bando della concessione di valorizzazione del Bastione Sperone e del Bastione Gran Maestrato, con all’interno l’ex polveriera austriaca. Questi bandi sono entrambi in fase di affidamento a società che hanno presentato proposte per riusare il bastione Sperone come sede di un Museo militare, di un luogo di accoglienza e di un’area Benessere e Sport, e il Bastione Gran Maestrato per realizzare un ristorante pizzeria incentrato sui prodotti tipici locali oltre ad un’area destinata all’accoglienza.
Con lo stesso meccanismo della concessione di valorizzazione l’Amministrazione comunale ha promosso il bando per la gestione della Villa comunale, anch’esso ora in fase di affidamento definitivo per l’apertura al pubblico e la realizzazione di un chiosco smontabile, giochi per bambini e strutture sportive all’aperto.
Partendo da queste esperienze positive abbiamo proposto alla Soprintendenza ai Monumenti, all’Agenzia del Demanio e al Demanio della Regione Campania un nuovo e più ampio protocollo d’intesa che abbia il compito di coordinare gli adempimenti di rispettiva competenza nella realizzazione di un piano di valorizzazione di tutti i beni demaniali e comunali presenti lungo il perimetro del centro storico: dal sistema fortificato, all’ansa del Volturno, agli ex complessi conventali ed ex caserme ancora non utilizzate, ai Castelli, quello delle pietre e il Castello di Carlo V.
Abbiamo già individuato un altro gruppo d’immobili da mettere a bando di concessione di valorizzazione nelle prossime settimane e nei prossimi mesi e precisamente l’ex scuderia Olivare, di proprietà comunale, la tettoia Conte Nuovo, di proprietà dell’Agenzia del Demanio e i locali all’interno della tettoia Porta Napoli unitamente al bastione Porta Napoli, di proprietà del Demanio regionale. La Soprintendenza dal canto suo ha già acquisito l’uso del Castello delle Pietre, che intende destinare a una funzione museale in rapporto al periodo longobardo e normano, dotando lo stesso anche di un parcheggio custodito al servizio sia del futuro museo che della città.
Si tratta, dunque, di un progetto chiaro, in linea con gli indirizzi del Parlamento in relazione alla valorizzazione del patrimonio pubblico. Un progetto capace di attrarre investimenti privati lungo tutta la linea delle fortificazioni, fino al Castello di Carlo V, ormai non più patrimonio indisponibile del Ministero della Difesa ma già trasferito alla società pubblica Difesa Servizi, che ha proprio il compito di valorizzare i beni dismessi dal Ministero della Difesa nell’ambito del progetto Valore Italia promosso d’intesa con il Ministero dei Beni Culturali.
Quanto all’Ansa del Volturno abbiamo già in corso un’iniziativa assunta in stretta collaborazione con il settore idraulico dell’Amministrazione Provinciale per la messa in sicurezza della scogliera, la pulizia delle sponde fino al Ponte romano. Il nostro obiettivo è il ripristino del campo permanente di gara di pesca che già negli anni novanta è stato campo gara di finale del Campionato Italiano a squadre, per quattro anni ha ospitato una delle finali del campionato italiano individuale ed è stato teatro di un’importantissima competizione internazionale quale il “Trofeo sei nazioni”, a cui parteciparono Italia, Svizzera, Lussemburgo, Austria, Germania e Olanda.
In una prospettiva di medio termine è possibile garantire 160 posti gara aggiungendo al campo di riviera Casilina le altre tre zone storiche della pesca sportiva: Limata, Paperino e Campo Sportivo, dove con il demanio regionale e l’Amministrazione Provinciale stiamo valutando di usare l’area demaniale tra il campo stesso e il convento di Santa Caterina come parcheggio a supporto di tutta l’area Nord del centro storico.
La realizzazione di questo grande campo ottimizzato per la pesca sportiva, lungo le quattro aree citate, consentirà di dare alla città anche una passeggiata fluviale ciclabile.
Sempre con l’Amministrazione Provinciale e con il Consorzio di Bonifica del Basso Volturno abbiamo avviato un’interlocuzione per lavorare ad un protocollo d’intesa con tutti i Comuni da Capua a Castel Volturno per dare vita ad un programma di ricostruzione degli argini naturali, compromessi dalle piene invernali, di valorizzazione dell’Oasi delle Salicelle, di riqualificazione dei Regi Lagni e delle sponde del Volturno, utilizzando lo strumento della legge regionale sui Contratti di fiume. Attraverso queste iniziative puntiamo a ricostruire il rapporto tra il fiume e la città, un nuovo rapporto capace di fornire il suo contributo allo sviluppo dell’economia cittadina.
Inoltre il segretariato regionale della Soprintendenza ha in programma un intervento di valorizzazione dell’area delle Torri di Federico cui è destinato un finanziamento di oltre 500 mila euro che seguirà l’attuale intervento di messa in sicurezza avviato dopo una relazione dettagliata da parte del Comune sullo stato di dissesto, inviata a fine agosto scorso. Con questo intervento del segretariato regionale della Soprintendenza, ormai prossimo alla partenza, è utile cominciare a pensare ad una valorizzazione di tutta l’area, attraverso una gestione del bastione a ridosso delle Torri e dell’area circostante di proprietà demaniale, in termini di Parco monumentale e naturale del Bastione, delle Torri, del ponte Romano, del porto dell’antica Casilinum, inserito nella vasta area verde in prossimità della sponda con l’attracco natanti, col fiume, la sua flora e la sua fauna.
Con il Demanio regionale stiamo inoltre affrontando la questione dei terreni demaniali tra il campo sportivo e il convento di Santa Caterina, che noi vediamo bene come area dove realizzare un parcheggio a servizio sia del Campo Sportivo, su cui abbiamo in corso una richiesta di finanziamento di oltre un milione di euro, sia, come già detto, della parte a Nord di via Roma e di via Pomerio. Insomma è attraverso una forte collaborazione con tutti i soggetti istituzionali interessati, la scelta del riuso turistico e culturale dei beni demaniali, di un ritrovato rapporto tra il fiume e la città, attraverso lo strumento della concessione di valorizzazione da affidare a società pubbliche o private, che noi pensiamo di poter attrarre nei prossimi mesi e anni importanti investimenti privati per restituire un ruolo e una funzione a tutto il patrimonio pubblico oggi in stato di abbandono lungo tutto il perimetro del centro storico di Capua.
Una sfida difficile, che ci accompagnerà nel corso di questa consigliatura, che vale la pena tentare per la ricaduta straordinaria e decisiva che può avere sul rilancio del centro storico. In questo quadro il progetto di ZTL, strettamente legato al piano parcheggi e al rilancio del trasporto pubblico su gomma in città, che noi realizzeremo gradualmente man mano che avanza il disegno più complessivo di rilancio e di valorizzazione del nostro Centro Storico, è solo un tassello di un’azione più ampia di cui credo di aver illustrato strategie e passaggi salienti. Nelle prossime settimane affideremo l’incarico per l’elaborazione di un novo piano di recupero del centro storico.
Lo strumento della concessione di valorizzazione ci sembra il più opportuno anche per puntare al recupero di un ruolo nuovo per il Borgo Medievale di Sant’Angelo che può fare leva sulla straordinaria risorsa rappresentata dalla Basilica di San Michele, uno dei rari esempi rimasti integri dell’architettura Benedettina nel Mezzogiorno, con i suoi stupendi affreschi sul Vecchio e Nuovo testamento che hanno anticipato di 200 anni quelli di Giotto.
La Basilica è già una risorsa se consideriamo la quantità di matrimoni che vi si celebrano ormai da anni.
Il presupposto di ogni progetto di rilancio del Borgo è la progettazione e la realizzazione della messa in sicurezza di tutta l’area esposta da decenni in modo significativo al rischio idrogeologico. Finalmente è in corso una progettazione esecutiva che richiede il ricorso preventivo ad indagini approfondite. Al momento noi disponiamo di uno studio di fattibilità di qualche anno fa che prevede una spesa di oltre 7 milioni di Euro. E’ probabile che con l’aumento considerevole dei prezzi, che è intervenuto nell’ultimo anno, e i risultati definitivi delle indagini in corso la spesa possa lievitare fino a superare – e non di poco – i dieci milioni di euro.
Con l’assessore ai lavori pubblici Luigi Di Monaco abbiamo già avuto i primi incontri con il vice Presidente della giunta regionale e con il responsabile tecnico dell’assessorato regionale competente, ai quali abbiamo sottolineato il rilievo, l’importanza ed anche l’urgenza della questione, ricevendo una risposta di attenzione e di disponibilità. Non appena l’indagine e la progettazione arriveranno a un punto avanzato, in ogni caso prima dell’approvazione del progetto, promuoveremo un confronto con i cittadini nella sede della delegazione amministrativa e poi con tutte le forze politiche sia di maggioranza che di opposizione.
Un ruolo importante per lo sviluppo turistico della frazione di Sant’Angelo – che si estende lungo il versante del Monte Tifata e che può vantare oltre al suggestivo Borgo su tante risorse Naturali – può giocarlo la piazza del Giubileo, realizzata in occasione dell’evento cattolico del 2000 con l’obiettivo di assicurare un’area parcheggio per la Basilica. Piazza che versa da anni in uno stato di abbandono. Questa grande area, che è stata utilizzata in occasione dei mercatini organizzati nella scorsa settimana, può svolgere una funzione polivalente, con attrezzature diversificate che permettano anche il soggiorno e l’ospitalità a chi vuole fruire del patrimonio storico, architettonico culturale e naturale del territorio. L’area ha, infatti, tutte le potenzialità per garantire al tempo stesso lo stazionamento di autobus turistici, la realizzazione di piazzole attrezzate di stallo per camper e roulotte, dotate di servizi primari ed elettricità, un’area attrezzata per mercato rionale, un’area attrezzata per parco giochi per bambini e ristoro, una dog area.
Una concessione di valorizzazione può inoltre essere promossa anche per il recupero della cava Cavone che può diventare area attrezzata al servizio dello sviluppo turistico del Bosco di San Vito per il quale è stato firmato nei giorni scorsi il contrato con la società vincitrice dell’appalto dei lavori per realizzare interventi di naturalizzazione e percorsi turisti che siano praticabili anche da disabili.
Nel frattempo abbiamo ripreso il lavoro con gli altri comuni per rilanciare il progetto dell’istituzione di un “Parco Urbano dei Monti Tifatini” anche mediante la predisposizione di una proposta di modifica della legge regionale sui parchi urbani che è in via di elaborazione d’intesa con gli altri comuni interessati.
Attività produttive e infrastrutture
La seconda scelta strategica riguarda, come ho già detto infrastrutture e attività produttive, risorse fondamentali per un realistico e importante sviluppo dell’economia del nostro territorio.
Se si guarda solo al processo di decadenza e di abbandono che interessa larga parte del nostro Centro storico e allo stato di degrado e d’inefficienza di molti servizi comunali si coglie solo una delle facce della città.
Capua non è solo declino e arretratezza. E’ già da qualche tempo anche una delle città del sistema urbano casertano che è stata chiamata, a partire dal decennio a cavallo del 1990, a svolgere un ruolo di rilievo nel processo di riorganizzazione e di riqualificazione della grande area metropolitana regionale, la più grande del Mezzogiorno, che si estende senza soluzione di continuità a partire dai tre sistemi urbani della pianura di Terra di Lavoro (Casertano, Aversano, Domizio), fino a Salerno e alla piana del Sele, passando per Napoli e la sua Provincia.
E’ questa l’area nella quale sono concentrate tutte le funzioni di eccellenza e le infrastrutture fondamentali per la modernizzazione e lo sviluppo dell’intero Mezzogiorno, per garantire le relazioni commerciali con il Centro Nord e con L’Europa. E’ in questa area che sono localizzate tre Università, una delle più grandi aree industriali d’Italia – che non dimentichiamolo mai, è pur sempre la seconda manifattura dell’Europa – Centri di ricerca avanzati in settori strategici dell’economia moderna, le più grandi aziende Ospedaliere del Sud, infrastrutture strategiche per il collegamento con i grandi corridoi europei (dai porti di Napoli e Salerno, agli interporti di Nola e Maddaloni Marcianise, alla stazione di Smistamento di Marcianise, al sistema aeroportuale incentrato su Capodichino).
E’ questo il contesto più ampio nel quale dobbiamo ricollocare i nostri beni culturali e la nostra realtà produttiva che non è affatto da città povera. Ospitiamo il CIRA, il più grande investimento in ricerca scientifica realizzato negli ultimi trent’anni in Italia, in un settore strategico come quello dell’aerospazio. Una grande realtà dotata di centri di ricerca tra i più innovativi al mondo che hanno tra i propri clienti anche la NASA. Il nuovo Programma di Ricerca Aerospaziale è stato di recente finanziato per i prossimi vent’anni ed è in preparazione il piano di sviluppo di attività di ricerca potenzialmente in grado di avere una ricaduta rilevante sull’innovazione di tutto l’apparato industriale del Paese. Il progetto nazionale industria.4 passa anche da qui. Siamo inoltre la sede del più grande Raggruppamento di Scuole Militari del Paese e della più grande Divisione dell’Esercito del Mezzogiorno, la Divisione Aqui, impegnata anche in operazioni internazionali nell’ambito della NATO, partecipe della fase di costruzione del nuovo esercito europeo. Sia il Cira che la Caserma Salomone si sviluppano a ridosso dell’Aeroporto Salomone, interessato da qualche anno a una procedura di appalto per il prolungamento della pista e candidato, inoltre, a un ruolo di supporto dell’aeroporto di Capodichino nell’ambito del sistema aeroportuale regionale, otre che di sede dell’Aeroclub e di pista per le prove degli aerei della Tecnam. Siamo la città che ospita il Dipartimento di Economia dell’Università Vanvitelli, Secondo Ateneo Campano. Abbiamo una presenza industriale significativa: la TECNAM, una delle più grandi industrie al mondo di aerei di piccole dimensioni, impegnata in un’operazione di delocalizzazione nell’area industriale di Capua di tutti i suoi stabilimenti; la Capuabioservices della Olon S.p.A. che ha rilevato la DSM, trasformandola in una fabbrica oggi non più impegnata nel settore chimico tradizionale ma che opera nel campo della fermentazione di prodotti naturali di base per l’industria alimentare innovativa, registrando una crescita vertiginosa di commesse da parte di Paesi come USA e Germania, una crescita del fatturato e dell’occupazione, e che grazie a questi risultati straordinari ha in corso un progetto di ulteriore ampliamento dello stabilimento; la Pierrel che continua a operare nel campo della farmaceutica; Fattorie Garofalo, ormai una multinazionale dell’allevamento bufalino e della produzione di mozzarelle, impegnata in un importante investimento sostenuto anche con fondi del PNRR di valorizzazione della filiera bufalina; una presenza d’importanti allevamenti bufalini e di altri medi caseifici; la Grimaldi SPA che opera nel settore del cartone ondulato e delle cassette per l’ortofrutta. E questo solo per richiamare i servizi e le attività produttive più significative.
Si tratta di realtà su cui la città ha fino ad ora scommesso poco. Mentre è invece intorno ad esse che va costruito lo sviluppo futuro agendo su due fronti. Innanzitutto quello di un nuovo strumento urbanistico che assecondi lo sviluppo dell’area industriale e delle infrastrutture di valore regionale. Il nostro PUC ha ricevuto da qualche mese la dichiarazione di coerenza dell’Amministrazione provinciale e da ultimo dell’Autorità di Bacino. Siamo ormai in dirittura di arrivo. Tra agosto e settembre abbiamo aggiornato la Valutazione di Incidenza sulla quale è in corso la valutazione d’impatto ambientale da parte della Regione Campania. Contemporaneamente abbiamo presentato tutti gli atti di piano e i pareri ricevuti al Genio Civile, che dovrà ora esprimere il parere definitivo. Dopo di che il piano tornerà in consiglio comunale per l’approvazione finale.
Il secondo fronte è quello di una concertazione con le città del sistema urbano casertano per rilanciare la programmazione di area vasta, nata nel decennio a cavallo del 2000, fondamentale per completare il processo d’integrazione dell’area casertana nella grande metropoli regionale.
Il PNRR è la grande occasione per recuperare il tempo perduto a causa della recessione del 2008/2009, che determinò un taglio degli investimenti pubblici. Già qualcosa si muove: a febbraio scorso il Cipes ha deliberato un finanziamento di 350 milioni di euro sui fondi di coesione per realizzare il prolungamento della tangenziale di Napoli fino ai due caselli sull’A1 di Capua e di Santa Maria Capua Vetere, l’opera che ci darà la variante di Capua; i comuni di Capua, Santa Maria, Teverola e Aversa hanno sottoscritto un protocollo d’intesa con l’Ente Autonomo Volturno, che gestisce la tratta della metropolitana regionale ex Alifana oggi denominata Metrò Nord Est, per la progettazione e la realizzazione della linea tranviaria che collegherà Capua, Santa Maria e Teverola con la Stazione metropolitana di Aversa; è in via di progettazione anche la soppressione dei passaggi a livello tra Sant’Angelo e Santa Maria, con la prospettiva di un ampliamento della stazione di Sant’Angelo in Formis, territorio ormai sempre più proiettato ad essere il nodo strategico di comunicazione tra l’area Casertana e l’area interna della provincia di Caserta (Caiatino, Monte Maggiore e Matese).
Abbiamo inoltre aperto con l’Università un confronto per realizzare a Capua, nella zona del Macello la cittadella sportiva del Rettorato; con il Comune di Santa Maria Capua Vetere e l’ASL di Caserta si lavora al progetto preliminare del nuovo Ospedale di Capua Antica e Nuova, da localizzare nell’ex caserma Andolfato a confine tra le due città. Nel frattempo si rafforza la presenza nella nostra città di strutture sanitarie territoriali. E’ in atto un investimento di circa quattro milioni di euro da parte dell’ASL di Caserta nell’ex Presidio Ospedaliero Palasciano, dove attualmente hanno sede gli uffici del distretto sanitario di Capua. Un investimento che realizzerà un Ospedale di Comunità e un moderno reparto di Radiologia Diagnostica. E’ un investimento che segue quello già realizzato del Cronic Center di Rione Eucaliptus. Abbiamo inaugurato nei mesi scorsi campagne di screening di massa per la prevenzione di numerose malattie, campagne che noi vogliamo rendere permanenti. La stessa casa di cura Villa Fiorita ha realizzato investimenti in tecnologie moderne di diagnostica e di cura.
Come vedete siamo in presenza di realtà produttive che rappresentano straordinarie possibilità di sviluppo per troppo tempo trascurate dalla città che noi vogliamo e dobbiamo saper cogliere.
Le relazioni che hanno predisposto gli assessori nei campi di rispettiva competenza, che saranno consegnate ai consiglieri in forma scritta, oltre ad essere illustrate in aula in modo sintetico, forniranno il quadro completo del nostro programma amministrativo per il prossimo quinquennio.
Ciascun intervento, ciascun progetto inserito in questo programma si muove in piena coerenza con una strategia e una visione di futuro che si possono condividere o no ma di cui non si può non riconoscere la fondatezza e la chiarezza. Un programma di governo, discusso e arricchito con i consiglieri di maggioranza e il gruppo di Capua Oltre, basato su scelte chiare, forti, dettagliate, che sottoponiamo al confronto aperto e costruttivo con le tutte le minoranze presenti in questo consesso, con tutte le organizzazioni sindacali e di massa, con le associazioni culturali e del volontariato, con il mondo delle professioni, dello sport, disponibili ad approfondirne fino in fondo ogni suo aspetto.
Mi auguro che questo confronto sappia essere all’altezza della fase cruciale che attraversiamo. A esso noi ci predisponiamo con spirito di apertura, pronti a riflettere attentamente su eventuali posizioni critiche e disponibili ad accogliere indicazioni e proposte costruttive da qualsiasi parte esse provengano.
Capua 16 dicembre 2022 Adolfo Villani
