Il 4 Marzo scorso è stata pubblicata la determinazione del responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Capua, ingegnere Gianfranco Stellato, relativa alla Dichiarazione di efficacia dell’aggiudicazione dell’affidamento dei servizi tecnici di ingegneria ed architettura per la progettazione definitiva ed esecutiva dell’intervento di “recupero idrogeologico a difesa del centro abitato della frazione di Sant’Angelo in Formis e della Basilica Benedettina. Miglioramento delle caratteristiche di stabilità e sicurezza del territorio”. Sta, dunque, per partire concretamente la progettazione esecutiva, la cui mancanza ha fin qui impedito al Comune di Capua di poter accedere ai finanziamenti pubblici regionali e nazionali per la la difesa idrogeologica del territorio, necessari per affrontare l’annoso problema della messa in sicurezza del Borgo Medievale, del centro abitato e della Basilica Benedettina, ritenuti da decenni tra le aree più a rischio dell’intero territorio di Terra di Lavoro. Le risorse che lo stato destina alla difesa del suolo non mancano. In Campania, tra l’altro, dopo i tragici eventi di Sarno del 1998, la Regione si è dotata di una nuova legge (la 180 del’11 giugno del 1998) che ha segnato una svolta nella politica del settore attraverso il passaggio da una impostazione degli interventi basata sulla riparazione dei danni ad una visione di previsione e prevenzione. Sono aumentate anche le risorse destinate agli interventi di difesa del suolo. Quello che però serve per poterle intercettare è avere a disposizione indagini, studi e progetti cantierabili. Il ritardo accumulato dal comune di Capua su questo fronte è davvero impressionante. Basta pensare che solo nel maggio del 2019 (con 20 anni di ritardo rispetto alla legge 180) il Comune ha approvato un progetto di fattibilità tecnico – economica che valuta in 7 milioni e 163 mila euro la spesa per la messa in sicurezza dell’area. Lo studio di fattibilità tecnica tuttavia non è elemento sufficiente per poter richiedere i finanziamenti. L’amministrazione comunale di Capua, a causa delle note difficoltà finanziarie, ha pertanto richiesto al ministero degli Interni di poter accedere al fondo di rotazione per le progettazioni esecutive e il Ministero ha concesso, con decreto ministeriale del 7 dicembre del 2020, un finanziamento di 208mila euro. I passaggi successivi si sono svolti con i tempi lunghi dell’ufficio tecnico, ormai ridotto ai minimi termini come dotazione di personale: a marzo 2021 è stata deliberata la procedura aperta di gara con aggiudicazione secondo il criterio dell’offerta più vantaggiosa per la scelta dei progettisti; ad aprile 2021, dopo la presentazione delle offerte, è stata nominata la commissione di gara che, a sua volta, ha comunicato solo a giugno la migliore offerta, quella della RTP “EDes Ingegneri Associati”; il 16 settembre c’è stata l’approvazione dei verbali di gara; poi la richiesta all’ASMEL della verifica dei requisiti generali di regolarità del soggetto aggiudicatario e a gennaio 2022 la consegna al comune della comunicazione di verifica di regolarità effettuata dall’ASMEL. Ora, dopo la determinazione del 4 marzo è possibile procedere alla stipula del contratto con la “EDes Ingegneri Associati” che speriamo avvenga in tempi brevissimi, in modo che il comune possa avanzare la richiesta di finanziamento alla prima scadenza utile. È opportuno ricordare brevemente quanto già richiamato in un precedente articolo del blog sulla questione. L’importanza dell’intervento di messa in sicurezza del centro abitato della frazione di Sant’Angelo è legata alla pericolosità della situazione idrogeologica dell’area coinvolta in ordine si seguenti elementi: 1) tutta l’area è interessata dallo sversamento indisciplinato delle acque meteoriche provenienti dagli impluvi che si aprono sia dal lato dalla zona della collina di San Iorio, che arriva a rasentare la Basilica Benedettina, sia dal versante opposto del Monte dei Lupi e Monte San Nicola; 2) a questa precarietà di un territorio naturalmente esposto a fenomeni erosivi bisogna poi aggiungere l’attività incontrollata dell’uomo. In primo luogo le cave dismesse che, ad esempio, contribuiscono ad accrescere il degrado. Vi sono poi strade e sentieri realizzati per accedere ai fondi agricoli senza le necessarie opere di regimentazione e di difesa del suolo; 3) l’estensione del nucleo abitato della frazione di Sant’Angelo – cresciuto senza tenere in alcun conto lo sbocco al fiume Volturno delle acque raccolte nelle cave o provenienti dal sistema montano – incidono in modo devastante sulle condizioni di stabilità del territorio che causa spesso l’allagamento delle aree edificate con trasporto di materiale solido; 4) con il crescere di fenomeni estremi, in conseguenza dei cambiamenti climatici, il rischio è che si possano innescare fenomeni franosi in corrispondenza delle abitazioni con gravi danni per persone e cose; 5) per fornire un quadro completo della situazione del Borgo medievale, è opportuno aggiungere, che – in occasione dei crolli di strutture adiacenti all’Arco di Diana, nei pressi della Basilica Benedettina, avvenuti nel 2018 – il tavolo tecnico istituito presso la prefettura di Caserta ha incaricato l’Universita Vanvitelli ed il CNR di condurre delle ricerche sulle strutture e sull’area interessata. Questo studio ha rivelato come allo stato di vetustà e di degrado manutentivo delle strutture interessate, si sono sovrapposti fattori “cinematici attivi (rotazione rispetto alle basi di prospetti sud – est)”. Il monitoraggio effettuato dall’Istituto di rilevamento elettromagnetico dell’ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche ha rilevato, inoltre, il movimento in atto presente nella collina a monte del centro abitato di Sant’Angelo, attraverso la “deformazione ascendente e discendente lungo la linea di vista del sensore stimata sul dataset COSMO – Sky”, con spostamenti significativi “in corrispondenza della cava di pietre a nord – est del Borgo”.
